TOSCANA - Pisa |
SCHEDA : Duomo 11 |
TITOLO : Storie di Giacobbe e Esaù |
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UBICAZIONE: Pisa duomo fin sXIII
DIMENSIONI: m. 2,395 x 1,035 (pannello 1 – [specchiatura] rettangolare m. 0,27 x 1,03 – la larghezza non include le parti moderne ai lati del frammento autentico; pannello 2 – rettangolare m. 0,98x 1,085; pannello 3 – arcuato m. 1,11 x 1,065)
PROVENIENZA: collocazione presumibilmente originale
CRONOLOGIA: 1453- 1454
AUTORE: Bottega dei Della Scarperia Goro di Bartolomeo, Leonardo di Bartolomeo detto "il Lastra", Bartolomeo d’Andrea detto "Banco" (documentato). Rifatto in gran parte da banco nell’ultimo quattrocento ( attribuzione)
COMMITTENZA: Opera della Primaziale di Pisa
SOGGETTO/I : La specchiatura con lo stemma dell’Opera è catalogata dalla Burnam come il " Tipo BB". Pannello 2: comprende due episodi: entro un’edicola Esaù chiede al padre la benedizione; a destra Giacobbe osservato dalla madre Rebecca attende a sua volta inginocchiato la benedizione di Isacco. Pannello 3 Easù vende la primogenitura mentre la madre serve il pasto ad Isacco.
Per la struttura compositiva della vetrata (v. Partitura compositiva).
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Partitura delle vetrate quattrocentesche |
NOTE CRITICHE: Le vetrate della cattedrale di Pisa sono state oggetto di una scarsa e generica attenzione critica. L’esplorazione del ricco materiale d’archivio, la sua lettura comparata poste a confronto con l’esame diretto delle vetrate superstiti della cattedrale pisana hanno permesso a chi scrive la rivalutazione di questo importante corpus vetrario. Frutto di tali ricerche - recentemente pubblicate - è il recupero, all’interno della " bottega" dei Della Scarperia, della personalità artistica del maestro "Lunardo" [Leonardo]. Il materiale archivistico non offre elementi determinanti per la distinzione delle personalità artistiche di Leonardo e di suo fratello Goro contemporaneamente attivi in tale bottega, e cumulativamente pagati. Purtuttavia il perdurare nell’attività di Lunardo impegnato nella bottega dal 1453 per oltre un decennio – mentre la figura di Goro compare solo in quell’anno e non oltre autorizza ad assegnare al primo un gruppo di vetrate in cui è ravvisabile un’avanzata perizia tecnica nell’uso di vetro placcato talora inciso, talaltra rilevato da tocchi di incarnato. Il catalogo di Lunardo redatto sulla base di tali considerazioni comprende i seguenti pannelli: Creazione di Adamo Creazione di Eva (Pisa Duomo 3), Lamech uccide Caino (Pisa Duomo 7) nonché il pannello Arca di Noé nella vetrata Diluvio universale – Arca di Noé (Pisa duomo 6). Altre vetrate rivelano la collaborazione di Leonardo con il cugino "Banco" Oltre alla vetrata testé citata del Diluvio universale si veda anche la vetrata raffigurante Abramo con i tre visitatori- Sacrificio di Isacco (Pisa duomo 8) .
La componente stilistica riconoscibile nelle vetrate attribuite a Leonardo è costituita dall’influsso inequivocabile degli affreschi con Storie della Genesi attribuiti a Paolo Uccello e a Dello Delli nel Chiostro Verde di S. Maria Novella a Firenze. Ciò che distingue il gruppo di vetrate attribuito a Banco da quello assegnato a Leonardo è il vigore disegnativo con cui Banco modella e tornisce le figure; queste sono ottenute con l’impiego di una grisaglia chiara e leggera e tuttavia atta a suggerire una pacata monumentalità. Nel primo gruppo eseguito negli anni 1453-54 si avverte chiara l’influenza del Ghiberti , influenza attribuibile alla partecipazione diretta di Banco ai lavori per la porta del Paradiso (c. 1425 – 1452
Il catalogo di Banco redatto sulla base di considerazioni stilistiche comprende i seguenti pannelli: Dio interroga Caino (Pisa duomo 9), Maledizione dei progenitori, (Pisa duomo 5), .
L’ispezione diretta delle vetrate pisane ha permesso a chi scrive di perseguire l’iter stilistico di Banco individuando in questa vetrata e nelle Storie della Torre di Babele , (Pisa Duomo 12) un momento maturo allo scorcio del ‘400, quando Banco si dedica al restauro delle vetrate già eseguite, un restauro di completamento, spesso un rifacimento. Che la datazione delle due vetrate in questione vada ricondotta ad un momento tardo è dimostrato dal fatto che Banco si è ispirato più che ai modelli del Chiostro Verde - come per le altre, precedenti vetrate – agli affreschi di Benozzo Gozzoli Storie del Vecchio Testamento nel Camposanto pisano (1469-84), di cui coglie molti episodi figurativi nonché la particolare spazialità.
STATO DI FATTO: assai deteriorata la grisaille, fatto che rende difficile ogni analisi stilistica. . La vetrata nel corso dell’ultimo restauro (1982) è stata completamente rimpiombata ed estesamente ricomposta con resina epossidica le cui tracce vistose deturpano i lineamenti disegnativi. I pannelli sono stati in alto e in basso mozzati. Il pannello 1 è stato allargato con tessere moderne per essere adattato alla larghezza maggiore dei due pannelli sovrastanti; e forse, originariamenbte apparteneva ad altra vetrata.
BIBLIOGRAFIA: V. Bibl. Pisa Duomo - raccolta nel recentissimo volume R. K. BURNAM Le vetrate del Duomo di Pisa "Corpus Vitrearum Medii Aevi – Italia, vol.2, Quaderni delle Scuola Normale di Pisa, Pisa. 2003, passim
REF. FOTOGRAFICHE: Archivio R. K. Burnam
ESTENSORE: R. K. Burnam giugno 2003