EMILIA ROMAGNA - Bologna
SCHEDA : Opera Pia Bargellini 1
TITOLO : Madonna con Bambino

UBICAZIONE: Bologna, Opera Pia Bargellini

DIMENSIONI: cm 30 ca. x 50 ca.

PROVENIENZA: sconosciuta

CRONOLOGIA: secondo quarto XVI sec. (?)

AUTORE: maestro di ambito bolognese

COMMITTENZA: sconosciuta

SOGGETTO: la Madonna seduta di tre quarti è avvolta in un ampio manto azzurro, tiene amorevolmente fra le braccia il piccolo, ma vigoroso, Gesù verso cui volge il suo sguardo.

NOTE CRITICHE: si tratta di una piccola vetrata purtroppo frammentaria di cui non si conosce la provenienza. E’ apparsa per la prima volta in un laboratorio di restauro (Studio Fenice di Bologna) per le sue cattive condizioni; al restauro è seguita una pubblicazione che ha affrontato solo l’aspetto tecnico, tralasciando l’indagine storico-stilistica di questo manufatto. L’alta qualità dell’opera meriterebbe una ricerca più approfondita volta non solo ad identificare committenza, provenienza, artefice, ma anche a contestualizzare e colmare così le lacune della produzione vetraria bolognese. La presente scheda, in attesa di studi più rigorosi, vuole essere un primo passo per diffondere la conoscenza di questa piccola vetrata e tracciarne un primo cauto profilo con riferimenti alla cultura artistica bolognese della prima metà del Cinquecento.

Il pannello presenta Maria seduta su di una sedia, come sembrerebbe suggerire la sua postura con il corpo a tre quarti tagliato in forma circolare nella parte bassa, tiene fra le braccia Gesù, che compie un’agile torsione, i loro sguardi si incrociano con grande dolcezza. La tipologia della Vergine riflette i modelli raffaelleschi diffusi in Italia anche prima della diaspora degli allievi e collaboratori del Sanzio in seguito al sacco di Roma (1527), grazie alle traduzioni incise da Marcantonio Raimondi.

Bologna già dal primo decennio del Cinquecento è un centro di diffusione del linguaggio classicista tosco-romano, di cui è artefice Francesco Francia con le sue forme dolci e piene, con l’armonia e il ritmo fluido delle sue composizioni, con "la dolcezza nei colori unita" (Vasari), tanto da far considerare l’artista come colui che ha preparato il terreno all’innovazione raffaellesca. Tale "rivoluzione" si concretizza con l’arrivo a Bologna di un’opera voluta da Antonio Pucci, L’estasi di Santa Cecilia (1514, Bologna, Pinacoteca Bologna Nazionale) che avrà notevole influsso sia a livello contenutistico, che formale (il Malvasia addirittura sostiene la presenza in città dello stesso Raffaello, come attesterebbe un taccuino di disegni "fatto in Bologna suxo le dipinture del Bagnacavallo e del Sancio de Urbino"). Con presenza di tale opera a Bologna si chiude un’epoca, della quale protagonista fu il Francia, accanto a quella sorta di "egemonia" ferrarese (Francesco del Cossa, Ercole de’ Roberti) che segna la cultura artistica emiliana tra Quattro e Cinquecento. Il gruppo di artisti più sensibili alle innovazioni raffaellesche sono Innocenzo Francucci detto da Imola, che con consapevolezza aderisce al classicismo puro e lineare di Raffello; Girolamo da Cotignola, che viaggia a Roma entrando a contato diretto con l’ambiente classicista e antichizzante; Bartolomeo Ramenghi detto il Bagnacavallo, che aggiorna il suo linguaggio modellato sul Francia con una maggiore sensibiltà coloristica e un modellato più naturale ed ideale insieme che guarda all’Urbinate; ed infine Biagio Pupini, che dalla metà degli anni Venti rivela un’adesione sempre maggiore al modello raffaellesco, talvolta però privato di emozione e reso in modo un po’ epidermico. E’ probabilmente fra questi maestri che va cercato l’autore della piccola vetrata con la Madonna con Bambino, tenendo peraltro presente che fonti archivistiche accertano il Bagnacavallo e il Pupini artefici di una vetrata, perduta, realizzata nel 1520 per la Cappella della Pace.

STATO DI FATTO: La vetrata si trova all’interno di un contesto ottocentesco di vetri legati a piombo, di cui costituisce elemento decorativo. Il problema più grave che presenta è la caduta di grisaglia, forse dovuta a puliture abrasive, che ha fatto perdere quasi interamente il disegno delle figure, del cui modellato è rimasto solo labile traccia. Di fronte a tale problema, che spesso si verifica su vetrate antiche, un pool di tecnici ed esperti ha cercato di approfondire la ricerca volta al recupero del disegno perduto, partendo dalle ombre che ancora l’antica grisaglia faceva emergere, mettendo a punto un metodo non invasivo e di facile applicazione. Le indagini dal laboratorio di restauro si sono spostate presso l’Istituto di Ricerca sulla Onde Elettromagnetiche del C.N.R. di Firenze dove si è operato su un vetro recente che presentava le stesse condizioni di distacco di grisaglia. L’avvio della ricerca parte dalla fase di restauro e rilevazione fotografica durante la quale grazie ad una telecamera collegata a monitor e con diverse fonti luminose, era emersa chiaramente in negativo e positivo la mappatura della parte grafica, modellato, particolari, che sfuggiva ad occhio nudo, grazie a fenomeni di diffusione o "scattering" della luce. Per ottenere una buona visibilità si trattava di illuminare in modo uniforme il vetro con raggi luminosi di incidenza idonea a risaltare le ombre della grisaglia e soprattutto registrare tali impronte . Lo scanner , dispositivo a scansione, si è rivelato lo strumento più adeguato a cogliere il disegno del vetro e ha dato la possibilità di stampare con metodo laser, tale disegno su fogli di plastica trasparente che possa essere appoggiato al manufatto vitreo ridandogli l’aspetto integro originale. Nello specifico si rimanda allo studio pubblicato: Un metodo di rilevazione e ricostruzione dei dipinti a grisaglia perduti [Il documento si aprirà in una nuova finestra].

BIBLIOGRAFIA: per una bibliografia estesa ed aggiornata si rimanda a due testi fondamentali e recenti per lo studio della cultura artistica bolognese:

Per il restauro si veda: Un metodo di rilevazione e ricostruzione dei dipinti a grisaglia perduti [Il documento si aprirà in una nuova finestra].

REF. FOTOGRAFICHE: Archivio CVMA Italia

ESTENSORE: Marina Fassera (giugno 2001)